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In realtà questo blog è anche una piccola forzatura personale: mi consente di pubblicare, quindi rendere pubblica, la mia idea di scrivere un libro e quindi è un po’ come esporsi. Pertanto, è anche un (s)forzarmi a portare a termine questa mia opera di scrittura. Ma di cosa parlerò? Come vedete dalla foto in apertura, ha a che fare con il mio ultimo viaggio che ho fatto a novembre e dicembre dell’anno scorso in Cina. È stato il mio primo viaggio da solo, tipo quando prendi la barca a vela e parti per la traversata in solitaria tra gli oceani, ecco più o meno l’ho immaginato così. Ne è venuto fuori un diario di viaggio scritto su una moleskine che poco alla volta, nelle sere d’inverno di fronte a un camino, sta diventando un vero e proprio libro. Non che abbia la pretesa di essere letteratura di viaggio alla Jack Kerouac o alla Bruce Chatwin, ma i primi capitoli dei dieci in progetto mi suonano proprio bene.

Mi sto rendendo conto di quanto sia più impegnativo scrivere una storia lunga e sensata rispetto a quando si scrive su un travel blog, ad esempio. Su un blog, ti puoi permettere di scrivere a pezzi, di essere aiutato dalle fotografie e dai video che produci. Un libro di viaggio è impegnativo, non che il blog non lo sia, ma in un libro se non hai una visione globale di quello che vuoi creare rischi di perderti del tutto e poi diventa difficile correggere il tiro. E a me, è già successo una volta, credo che adesso sia riuscito a dare una certa logica al libro. Lo sto immaginando così: durante il viaggio ho visitato diversi luoghi tra Pechino e Shanghai e soprattutto ho osservato tantissimo, annotando comportamenti delle persone, architetture, colori e sapori. Ecco, sto raccontando un paio di esperienze vissute in ogni singolo capitolo. Non voglio già svelare i titoli dei capitoli anche perchè potrei ancora cambiare idea, vi svelo solo un po’ di informazioni. Il primo capitolo, ad esempio, racconta il mio primo impatto con Pechino, cosa significa prendere un taxi e cosa può succedere se mangiate in una bettola con i gatti e il mal di fuso addosso. Il secondo capitolo, racconta la mia esperienza di girare un giorno intero in città il lunedì, giorno in cui tutti i luoghi di interesse sono chiusi. Il terzo giorno, invece, racconta la camminata sulla Grande Muraglia a -10 gradi con ghiaccio per terra e ginocchia doloranti.

Ad oggi, ho quasi terminato il quinto capitolo su dieci in programma. Non vogliono essere dei meri racconti di ciò che potete vedere in Cina, per quello ci sono già le guide viaggi che sono molto più ben fatte rispetto a ciò che potrei fare io. Vuole essere piuttosto un libro di riflessioni di viaggio e sul paese che ho visitato e sul mio paese di origine. Sì, perchè quando si è all’estero volente o nolente ci si riscopre essere italiani in tutto e per tutto, magari non perchè lo si vuole, ma semplicemente perchè sono gli altri a volerlo. Mi sono capitate diverse situazioni in cui non ho proprio potuto fare a meno di essere un italiano, un italiano vero. E poi’, c’è anche un terzo aspetto che emergerà nel libro ed è quello del viaggio da solo o solo travel per dirla internazionalmente. E’ un’esperienza particolare, molto diversa dalle altre fatte finora, ci si ritrova a vedere le cose in maniera differente. Non è una banalità, ma è già argomento di qualche altro post futuro che scriverò.