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Un tempo viaggiavo di notte per evitare di pagare l’alloggio, non tanto tempo fa in verità. Dormivo la notte sul treno o sul bus e arrivavo a destinazione la mattina successiva. Da un po’ di tempo in qua, invece, preferisco spostarmi di giorno: voglio vedere il paesaggio che scorre fuori dal finestrino. E’ qui, tra Pechino e Shanghai, su un treno G3 superveloce, scorre una vasta pianura imbiancata dalla neve che si è fatta gelo. Un paesaggio piatto, di terreno spoglio puntellato di tanto in tanto da piccole chiazze di bosco razionale. È probabile che quei terreni siano coltivati, immagino a riso.

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Appaiono spesso due costanti che si ripetono regolarmente: i palazzoni di città nuove o in costruzione e le centrali elettriche a carbone o nucleari che buttano fumo nell’aria. Di gru non ne ho viste tante a Pechino, le vedo a centinaia nel viaggio verso Shanghai. Blocchi di mini grattacieli di quelli che mi sembrano agglomerati urbani nati ieri e senza storia. Spuntano dal nulla nella nuda pianura, talvolta a ridosso di fiumi. Laddove c’è già il più alto edificio, ce n’è sempre uno in costruzione che lo supera o vuole andare più in alto. In alcuni casi sono gruppi di dozzine e dozzine di palazzoni metà dei quali non finiti.
Infiniti.

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Gli edifici sono senza balconi, piatti, lunghi. Razionali anch’essi. E, laddove ci sono le gru che avanzano piano dopo piano verso il cielo, per metà sono coperti da una rete verde scuro che crea una gabbia protettiva messa lì senz’altro da gruppi di uomini copripalazzi. Sono più belli in lavorazione che finiti. Venti, trenta piani di nuovo grigiore senza fare posto alle vecchie case. Sovente, accanto alle nuove costruzioni, centrali energetiche che bruciano cose per alimentare le nuove vite stabilitesi nei dintorni. Nuove vite che vivranno un po’ accanto a ciminiere, caldaie, contenitori di noccioli, consendatori.
Reattori.
Torri di raffreddamento.

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Per larga parte del viaggio fino a Nanjing, il treno scorre parallelo a una via stradale in costruzione con macchinari di colore rosso all’opera insieme a ruspe, piloni, cingolati. Nuovi ponti sui fiumi. È una campagna tendente all’industria quella che vedo dal mio finestrino. Tra un’occhiata e l’altra, ne approfitto per leggere, sono diversi giorni che non leggo perchè ho impegnato tutto il mio tempo a introdurmi a Pechino. Mi tiene compagnia Inoue Yasushi con la sua raccolta di racconti brevi Amore.

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Tragitto: Pechino (Beijingnan) > Shanghai (Hongqiao)
Distanza: 1.318 km
Treno: G3 ad alta velocità
Tempo: 4:48 ore
Velocità massima: 300 km/h